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CASTELLI E FORTEZZE DI CIPRO NORD

CASTELLI E FORTEZZE DI CIPRO NORD

I Crociati lasciarono dietro di loro tre Castelli e Fortezze sulla catena montuosa delle cinque dita: Kantara, Buffavento e St. Hilarion costruiti come posti di osservazione e di difesa contro gli attachi degli arabi. St. Hilarion è quello dei tre che si è meglio conservato, era utilizzato come residenza estiva dai Re di Cipro. Le sue mura sembrano tagliate nella roccia. Buffavento, il più difficile da raggiungere, e Il Castello di Kantara all’inizio della penisola di Karpaz.

IL CASTELLO DI KANTARA

Kantara il più a est dei Castelli medioevali sulla catena montuosa detta CINQUE DITA, era all’origine una fortezza bizantina del nono secolo. Il suo nome è di origine araba, possibilmente significa accampamento o ponte. E' appollaiato su un isolato pilastro di roccia, protetto su tre lati da ripidi precipizi. Nonostante Buffavento sia più in alto, la vista dalla cima di Kantara è insuperabile. Domina il collo della penisola di Karpaz, la Baia di Salamina, tutta la costa nord e le montagne di Trodos. Pochi sono i riferimenti su Kantara. Il primo è del 1191 quando Isacco Comeno prese rifugio nella parte nord della catena prima di arrendersi a Riccardo I. Il Castello fu ricostruito dai Lusignani nel XIII secolo quando era conosciuto come “Le Cantaire” o “Cantare”. Durante la guerra con l’Imperatore Federico II cadde per due volte nelle mani degli imperialisti che lo tennero per mesi benchè fossero prticamenti disarmati. Dopo la sconfitta finale ad opera degli imperialisti, si arrese a Filippo de Navare. Durante la guerra con i genovesi, Kantara si mise dalla parte del Re, Giovanni, Principe di Antiocca fu tenuto pigioniero prima a Famagusta con il nipote il giovane Re. Egli riusci a fuggire da Kantara grazi all’aiuto del suo fedele cuoco. Il cuoco travesti Giovanni da ragazzo di cucina, un recipiente di rame sulla testa e uno in mano dichiarando che andava a stagnarli. Più tardi Giovanni da Kantara si spostò a St. Hilarion dove fu raggiunto dalla sua guardia del corpo Bulgara. Suo fratello Giacomo, che fu incoronato Re al suo ritorno da Genova dove era in cattività, rifortificò il Castello nel 1391. Egli ne apprezzava il valore strategico come punto di osservazione su i genovesi che nel frattempo si erano impossessati di Famagusta. I Veneziano lo presidiarono fino al 1525 quando lo abbandonarono.

BUFFAVENTO

Buffavento è la fortezza appollaiata più in alto di tutte sulla catena delle Cinque Dita è quella meno accessibile. La sua posizione alta e esposta giustifica il suo nome “battuta dai venti” e diventò il pivot centrale nella catena di segnalazioni da Kantara a Buffavento, St. Hilarion e Nicosia. Buffavento non fu nientraltro che un’avamposto di osservazione e una tetra prigione politica. Non si può dare una data precisa della sua costruzione. Ci sono tracce di lavori di muratura Bizantina sulle mura occidentali. Isacco Comeno, auto dichiarato Imperatore di Cipro, rifugiò sua figlia a Buffavento per proteggerla. Pertanto esisteva una fortezza a quel tempo. Quando l’armata di Riccardo si avvicinò, essa usci allo scoperto e si gettò ai suoi piedi. I Lusignani la ricostruirono nel XIV secolo. L’entrata sembrerebbe datare di quell’epoca. Esiste la documentazione di alcuni famosi prigionieri politici. Giovanni Visconte fu imprigionato la da Pietro I quando quest’ultimo fece il suo ritorno a Cipro e che contrasegnò la sua paranoia alla fine del suo regno. Lo sfortunato Giovanni, un fedele cavaliere senza colpe, fu persuaso dai baroni, contro il suo miglior giudizio, di scrivere a Pietro pe dirgli dell’infedeltà di sua moglie Eleonora mentre il Re si trovava in Europa. Al ritorno di Pietro, i baroni abbandonarono Visconte al suo destino. Egli fu incatenato in una cella a Buffavento e lasciato morire di fame. Durante il regno di Giacomo I (1382-98) due fratelli furono tenuti prigionieri politici a Buffavento. Uno riusci a piegare le sbarre della finestra della sua cella e sgaiattolare. Egli si trovò di fronte al precipizio che porta giù verso il monastero. Fu ricatturato e riportato a Buffavento dove fu decapitato insieme al fratello e lo loro testo inviate al Re a Nicosia. I Veneziani, dopo aver rimosso la maggior parte dei tetti, lo abbandonarono alle intemperie.

IL CASTELLO DI S. ILARION

Il castello prende il nome da un monaco eremita, San Ilario, che scappò dalla Terra Santa a seguito delle persecuzioni e, secondo la legenda, visse gli ultimi anni della sua vita sulle cime di questa montagna dove morì nell’VIII Secolo AD. Una chiesa fu eretta sulla sua tomba. Più tardi, nel X secolo, i bizantini costruirono un castello intorno all’area che divenne, con i castelli di Kantara e Bufavento, parte del sistema di avvistamento e di allarme contro i continui attacchi che i pirati arabi portavano su Cipro e la costa dell’anatolia tra il VII e il 10 secolo. Qualche 400 anni dopo la sua costruzione, il Castello divenne un rifugio e anche una residenza estiva per i regnanti Lusignani. Quando i Veneziani conquistarono Cipro nel 1489, per la difesa dell’Isola, essi preferirono contare su Kyrenia, Nicosia e Famagusta e St. Ilario entrò nel dimenticatoio. Il Castello consisteva in tre livelli in diverse altitudini, ognuno di loro con le proprie cisterne di acqua, e magazzini. Il primo e il più basso di essi per la guarnigione e i cavalli. Esso iniziava con un La propria entrata principale, le mura che era rinforzate da torri a forma di ferro di cavallo, che originariamente erano state costruite dai Bizantini nel XI secolo. I resti delle stalle dove gli animali venivano cutoditi e le cisterne, riserve d’acqua di inestimabile valore durante i lunghi assedi medievali, sono tutt’oggi esistenti. L’entrata principale del castello mediano, che consisteva di una chiesa, dei belvedere e gl appartamenti reali a quattro piani, era chiusa da un ponte levatoio. Della chiesa di S. Ilario l’apside è sopravissuta. Il refettorio che serviva da sala da pranzo per i notabili Lusignani è la camera più grande dei resti sopravissuti. Al di là degli appartamenti reali, un grande per la raccolta dell’acqua piovana. Dopo una ripida salita si accede al castello più alto attraverso un arcata di stile Lusignano con il posto di guardia, il cortile del castello più alto sotto la protezione naturale delle due sommità gemelle, qualche 730 mt sopra il livello del mare. Questi du picchi sono all’origine del nome dato alla montagna, Didymos (ellenico per gemelli) da dove i crociati disdolsero la parola in i Dieu d’Amour. Due cisterne scavate nel cortile roccioso fornivano l’acqua al castello soprastante. Le camere nel lato est servivano come cucine e soggiorni. Gli appartamenti reali occupavano la parte occidentale del cortile.

Girne (Kyrenia) Vouni & Guzelyurt